Il nome Dolcetto genera spesso equivoci perchè il vino non è affatto dolce ma secco: la denominazione si riferisce infatti alla particolare composizione degli acini, succosi e di insolita dolcezza.
Il vino è generalmente fresco e fragrante, adatto ad accompagnare piatti di carne.
E’ un vino che ha trovato modo di esprimersi sulle colline del Piemonte e in maniera assai minore in Liguria e Valle d’Aosta. Prima che la fillossera devastasse i vigneti, il Dolcetto era una della varietà più coltivate in Piemonte e i vini che se ne ricavavano godevano di prestigio. Ma al momento di reimpiantare le viti su piede americano i vignaioli piemontesi preferirono la Barbera, varietà più rustica, quindi più resistente alle malattie e più produttiva.
Tuttavia il Dolcetto fruisce di ben 7 DOC e di 3 DOCG tra le quali il Dolcetto d’Alba, di buon corpo e dal piacevole sapore di mora selvatica, il Dogliani, storicamente il più antico, l’Ovada, dalle inconfondibili note di viola e di mandorla, d’Acqui più floreale…